domenica 27 giugno 2010
Marmotte cioccolatosamente meritocratiche
Per dare il via a questo fantasmagorico post dovrò tornare a parlare della figura professionale più odiata dagli esseri senzienti:il camionista.
Mi scuso fin da subito con tutti,ma soprattutto con me stesso,per il senso di sgradevolezza che si accompagna puntualmente all'argomento,peraltro già ampiamente trattato qualche post addietro.
Purtroppo però la riflessione del giorno parte proprio da un episodio vissuto giustappunto stamane,quando un camionista è comparso in ufficio,senza nemmeno presentarsi.
Sono scattate le solite domande di rito:
"Devi caricare?"
R:"Credo di sì,mi hanno detto di venire quà."
"Come credi?Dai,dammi il numero d'ordine."
R.:"Non lo so"
"Come no???Sai almeno la destinazione?"
R.:No.
"Il cliente?"
R.:"No".
"Ma come no?Almeno la targa del tuo camion la sai?"
R.:No,devo andare a vederla."
Ecco,questo è lo spunto che mi è stato offerto in esclusiva e su un piatto d'argento per riflettere(a modo mio,si intende) sull'argomento che seguirà.
Si tratta di un parolone pluri-abusato e nel contempo semi-sconosciuto,ancor più nell'italica penisola.
Si tratta della Meritocrazia,ovvero quella concezione che prevede la valorizzazione delle capacità individuali(il merito appunto) come base per il riconoscimento e la promozione sociale.
In buona sostanza,solo gli individui veramente capaci meritano di avere successo,socialmente parlando.
Un concetto tanto semplice e scontato nella forma,quanto grottesco e surreale nella sostanza.
Basta guardarci attorno,neppure in maniera particolarmente attenta ed accurata,per capire che la meritocrazia in Italia non esiste,o,se esiste,deve aver decisamente subìto qualche grave incidente quando era in fasce.
Massì,non ci sono altre spiegazioni.
Per confermare la mia tesi sarebbe troppo facile partire dagli esponenti della nostra classe politica...ma lo farò comunque.
I nomi in questo senso si sprecano,dalla Carfagna alla Brambilla,da Alfano alla Ravetto,senza dimenticare Calderoli,la Gelmini e qualche altro centinaio di personalità "di spicco",che non citerò solo e solamente per questioni di tempo e spazio(virtuale).
Quali sommi meriti hanno avuto queste persone,tali da permettere loro di ricoprire le massime cariche istituzionali della nostra Repubblica(delle banane)?
Esperienza?Capacità?Cultura?Spirito di sacrificio?
Negativo,su tutta la linea.
Non serve ricordare il passato tetteculiano della Carfagna,le minchiate blackberriane della Ravetto o le battutacce ad elevato tasso alcolemico di Calderoli.
Questi sono dettagli formali,che nulla hanno a che fare con la lapalissiana matrice anti-meritocratica che stà alla base della loro nomina.
Ragioniamo quindi sugli aspetti sostanziali:aspettarsi che un politico,a maggior ragione un ministro,sia nominato in base alla competenza acquista nel settore in cui andrà ad operare,sembra quantomeno ovvio e quantomai scontato.
Si tratta della cosiddetta professionalità.
Nessuno assumerebbe un medico per farsi difendere in tribunale,così come nessuno si farebbe operare da un avvocato.
Alla luce di queste banalità,mi chiedo e Vi chiedo:perchè invece a fare il ministro ci finiscono cani e porci?
Quale professionalità avrebbe maturato Mara Carfagna?
A 34 anni,dopo una vita trascorsa tra concorsi di bellezza e comparsate in TV,la signorina è davvero pronta e preparata per ricoprire il ruolo di "Ministro delle Pari Opportunità"?
O probabilmente è lecito ritenere che una carica istituzionale di tale importanza dovrebbe essere ricoperta da una personalità più matura,sia sotto il profilo umano che professionale?
Non sforzatevi,la domanda è retorica oltre l'inverosimile.
Lo stesso dicasi di Maria Stella Gelmini,il nostro Ministro della Pubblica Istruzione.
Estromessa nel 2000 per inoperosità dal ruolo di assessore del comune di Desenzano del Garda,la Gelmini non ha mai lavorato all'interno dell'istutuzione scolastica,nè come docente nè come preside(ne ricoprendo nessun altra carica).
Come dire...un curriculm di sicuro interesse per il ruolo che stiamo cercando.
Visto e considerato che non sai un beneamato cazzo di come funziona l'istituzione scolastica,e che ti hanno cacciata a calci nel culo dal Comune in cui lavoravi prima,perchè non vieni a fare il Ministro della Pubblica Istruzione?
Vogliamo parlare di Calderoli,Ministro per la semplificazione normativa,inquisito per appropriazione indebita nell'affare Antonveneta?
O di Maroni,Ministro dell'Interno,condannato in via definitiva a 5 mesi di carcere per Resistenza a pubblico ufficiale?
O di Borghezio,Ciarrapico,Dell'Utri,Sgarbi e gli altri 20 condannati in via definitiva attualmente presenti in parlamento?
Sì,avete capito bene:condannati in via definitiva.
Non parliamo più di "semplice" incompatibilità professionale(incapacità);stiamo parlando dell'attuazione di un vero e proprio sistema anti-democratico,illogico ed amorale:come può una persona che ha infranto le leggi e che dovrebbe stare in carcere,trovarsi invece nel luogo preposto alla promulgazione delle leggi?(oltretutto senza essere stato votato?)
Dove si trova la meritocrazia?(vabbè,logica,giustizia e democrazia teniamole da parte,almeno in questo post)
Come Presidente della Corte Costituzionale chi ci mettiamo,Totò Riina?
E a Provenzano cosa gli facciamo fare,il presidente della Repubblica?
No dai,non si può,mi sono rotto i maroni di perdere tempo a scrivere su soggetti di siffatta caratura.
E' giunta l'ora di tirare le somme:la classe politica italiana rappresenta la massima espressione dell' anti-meritocrazia per antonomasia.
Il successo sociale dei nostri politici deriva esclusivamente da demeriti individuali,meglio se ottenuti in sede giudiziaria con una bella condanna,in modo da poter ipotecare una carriera politica lunga ed onorata.
In alternativa,si può essere degli ottimi "Onorevoli" anche per manifesta incompetenza,o semplicemente per puttanaggine pluridichiarata.
Non vi sono dubbi:la marmotta che confezionava la cioccolata sarebbe stata molto,molto,molto più meritevole.
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