domenica 22 agosto 2010
La logica del sorpasso
Siamo nel mezzo dell'estate,e come ogni anno in questo periodo mi ritovo a percorrere il folle tratto di strada che separa la mia abitazione dal mare Adriatico.
Proprio l'altro giorno,mentre stavo tornando da Jesolo,una riflessione ha preso forma concreta all'interno della mia testa di minchia,ma una forma così concreta da spingermi ora ad esporvela con minuzia di particolari.
Mi trovavo a percorrere un lungo rettilineo accodato ad una lunga fila di auto ad una velocità di circa 80 km/h.
Già da qualche minuto la velocità si era stabilizzata,e tutte le macchine viaggiavano serenamente su questa andatura "da crociera",mantenendo una debita distanza le une dalle altre.
La strada era stretta e dal senso opposto continuavano ad arrivare macchine,tuttavia il furgoncino dietro di me tutto d'un tratto ha iniziato a mostrare chiari segnali di squilibrata insofferenza.
Lampeggi,colpi di clacson,rapide accelerazioni fino a sfiorarmi il paraurti posteriore seguite da brusche frenate:il mio sesto senso mi suggeriva che l'imbecille alla guida del ducato volesse a tutti i costi superarmi.
Nonostante i segnali fossero cristallini,non mi era ben chiaro cosa volesse dalla mia vita il fenomeno alla guida del veicolo.
Avrei dovuto fiondarmi giù per il fosso?
Smaterializzarmi?
Prendere il volo?
Onestamente non lo so,fatto sta che dopo qualche minuto passato tra il divertito e l'allucinato a seguire le gesta di questo coglione,con un'accelerazione bruciante e quasi rischiando un frontale con un auto proveniente dal senso opposto,il bananoide è riuscito a piazzarsi davanti a me.
Ovviamente appena concluso il sorpasso il pilota provetto ha dovuto frenare bruscamente per non infiocinare il paraurti dell'auto che gli stava davanti e per tornare alla velocità di crociera,che nel frattempo era rimasta più fissa che mai sugli 80 km/h.
Per dovere di cronaca la sagomaccia ha continuato a viaggiare davanti di me per qualche chilometro(sempre ad 80 km/h,n.d.r.) salvo poi svoltare a destra alla prima rotonda.
Non sono un genio,tuttavia credo di poter fare qualche considerazione:
-consumare mezzo litro di benzina
-consumare le pastiglie dei freni
-mettere a repentaglio la propria vita e quella degli altri con una manovra quantomeno azzardata
per continuare a viaggiare alla stessa andatura a cui si stava viaggiando PRIMA del sorpasso non mi sembra un gesto particolarmente astuto.
Ma vabbè,dopo 10 anni passati sulle strade di tutto il veneto devo confessare di averne viste di tutti i colori,indaco compreso:
-ci sono soggetti che dopo averti superato corrono più piano di te,costringendoti a rallentare
-ci sono soggetti che 50 metri dopo averti superato frenano bruscamente per svoltare!
-e ci sono anche quelli(e detto tra noi sono i miei preferiti)che dopo averti superato accostano per chiedere informazioni.
La genialità umana non ha confini insomma,e la strada sembra essere l'ambiente ideale in cui dare libero sfogo a sittanta estrosità artistica.
Tuttavia,la logica del sorpasso rimane il capolavoro assoluto,l'indiscusso fiore all'occhiello di tale arte,fatta ahimè da impressionisti rincoglioniti,puntinisti imbecilli e popartisti cerebrolabili...patentati,purtroppo.
domenica 1 agosto 2010
Trottolino amoroso
Dudù da-da-da...
così cantavano il saggio e navigato Amedeo Minghi e una giovanissima ed inesperta Mietta,a celebrare un amore così forte e così indissolubile da poter essere paragonato ad un gattino annaffiato(???) che miagolerà.
Non si deve dimenticare che si chiederanno come mai il cielo sappia tutto di loro,e che si vedrà,è fuor di dubbio,la guerra stellare che ne verrà.
Un amore così assoluto,così carico di significato,da rendere i 2 soggetti conturbati da cotanto sentimento talmente rincoglioniti da non riuscire nemmeno ad esprimersi premurandosi di connettere(prima) il cervello.
Qualcuno più rincoglionito di loro(Baudo?) ha premesso a Minghi e a Mietta di presentare questa canzone al Festival di Sanremo nel lontano 1990,e qualcuno di altrettanto rincoglionito(i giurati) ha permesso al pezzo di classificarsi al terzo posto.
L'amore è rincoglionente per tutti insomma,non ci sono cazzi.
Alla pari dell'alcool,della droga,delle puzzette troppo cariche di Pathos,dei rutti emessi dopo aver mangiato almeno mezzo chilo di sardee in saòr.
Un amore così assoluto,così totalizzante e così hitleriano nella sua sostanza da poter dare il potere di pronunciare le espressioni "Trottolino amoroso" e "Dudù-dà-dà-dà" nella stessa frase(senza vergognarsi),ma al contempo capace di poter causare una guerra stellare di proporzioni interplanetarie,come nella miglior tradizione Starwars-tesca.
Ma forse è giusto così...è la nostra natura.
Effimeri esseri privi di qualsiasi fondamenta,creature autodistruttive e nichiliste,soggetti votati al nulla cosmico.
Probabilmente l'amore,o ciò che il nostro cervello interpreta come tale,è proprio ciò che ci separa dall'oblìo,il sale delle nostre vite,l'unico barlume di significato ai decenni che trascorriamo su questo pianeta.
Senza amore saremmo il niente,saremmo un cumulo di ossa,carne e sangue dotati di capacità deambulatorie,nulla più.
Ma l'amore,come tutte le linee di confine,è una zona minata e pericolosa.
La linea che delimita l'essenza dalla negazione,il tutto dal nulla,il significato dall'insensatezza,la vita dalla morte.
Visto così l'amore sembra un qualcosa di troppo filosofico ed incomprensibile,di troppo importante ed assoluto per essere vissuto con naturalezza ed umanità.
Ecco come,in fondo in fondo,il 'gattino annaffiato' e il 'trottolino amoroso' musicati da Minghi e Mietta assumono un senso compiuto,un rincoglionente ma assolutamente comprensibile significato nazional-popolare.
E noi,nel frattempo,continuaremo a "sbatterci la testa,sempre là,ancora un altro po',e poi...ancora non lo so."
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