domenica 7 maggio 2017

L'involuzione della specie

Non si può attendere oltre, i tempi sono maturi (probabilmente anche marci) per ufficializzare una notizia che gli esseri umani più consapevoli ed attenti avranno già colto da parecchio: LA SPECIE UMANA SI STA INVOLVENDO.
Si metta l'anima in pace il caro vecchio Charly D., ma dopo migliaia di anni in cui abbiamo attraversato un processo evolutivo in un senso oggettivamente rilevante, passando dalla camminata a 4 zampe alla posizione eretta, l'avvento del terzo millennio ha segnato l'inizio inesorabile della curva discendente nel nostro processo evolutivo.
Sì d'accordo, la tecnologia sta avanzando in tutti i settori.
Bisogna però riconoscere che la tecnologia si divide in 2 macro-categorie:
-la maggior parte di essa non serve a un cazzo; mi riferisco ai cellulari con 16 processori, i sedili riscaldati nelle automobili, le TV da 80 pollici...etc...
-dall'altro lato c'è la tecnologia che punta a rimediare agli errori che abbiamo commesso come specie.
Diciamoci la cruda verità: i dispositivi anti-inquinamento servono solo a limitare un problema che NOI esseri umani abbiamo creato, dato che fino a 100 anni fa il concetto stesso di inquinamento era totalmente sconosciuto - e per inciso, non mi risulta che le altre specie abbiano contribuito in alcun modo a crearlo.
L'unica eccezione è rappresentata dall'allevamento dei bovini e dai gas serra che producono, ma rimane il fatto che il problema non sia causato dalle mucche, bensì dagli esseri umani che le allevano in maniera intensiva e sconsiderata.
Lo stesso discorso si applica alla ricerca medica per curare  il cancro, l'AIDS e tutte le altre malattie "moderne", che fino a qualche decennio fa non esistevano, o che avevano un'incidenza pressoché insignificante in termini di vite umane.
O di quella sfilza infinita di farmaci "di nuova generazione" che servono a curare ansia, stress, eritemi, e tutti quegli scompensi psico-somatici che sono esplosi negli ultimi anni, con lo stile di vita del nuovo millennio.
Della serie "prima ci creiamo la condizione per stare male, e poi facciamo i salti di gioia quando troviamo un modo per stare un po' meglio (ma comunque peggio di prima)". Alla faccia dei vantaggi offerti dalla tecnologia.
Oppure vogliamo parlare dell'avanzamento tecnologico nell'industria bellica, con i missili "intelligenti" e tutti quegli strumenti avanzatissimi che ci permettono di ammazzare il prossimo con criterio?
Davvero dei notevoli passi in avanti, di cui andare umanamente orgogliosi.
Si potrebbe invece spendere una parola positiva per quanto riguarda la robotizzazione nell'industria, finalmente non ci sono più (o quasi) esseri umani che si devastano a livello fisico e si alienano per 10 ore al giorno all'interno di una fabbrica.
Peccato solo che il sistema capitalistico non preveda la convivenza di robot ed esseri umani in termini di forza lavoro, e che queste persone (stando così le cose) siano destinate alla disoccupazione e alla miseria, laddove non abbiano già incontrato il proprio destino.
Insomma, a ben vedere sembra proprio che questa bramata tecnologia serva solo a far danni, oppure a cercare di porre rimedio a dei danni già fatti -in via esclusiva-dalla nostra evolutissima specie umana.

Ma questi sono argomenti di un certo spessore che richiederebbero un adeguato approfondimento, non volevano essere il perno del mio post.
Alla mia nuova "opera" volevo dare invece un taglio decisamente più minchionesco, ovvero: quali sono gli elementi più eclatanti che ci permettono di cogliere l'involuzione della nostra specie?
In altre parole: camminando per strada, o comunque nella vita di tutti i giorni, che cosa dovrebbe farmi suonare un campanello d'allarme e farmi capire che qualcosa con va?
Ebbene, eccovi servita la classifica 




lunedì 1 maggio 2017

Lettera aperta alle donne alla moda




Ebbene sì, l'anno domini 2017 continua a bombardare il mio cervello di stimoli ricorrenti.
Anche se, più che di stimoli, dovrei parlare di una sequela infinita di scosse lancinanti che partono dalla testa, attraversano il cervello, e cominciano a provocarmi delle convulsioni incontrollate fino alla punta dei piedi.
Di cosa sto parlando? Ma è ovvio: delle cosiddette "donne alla moda".
Donna, mi rivolgo a te...sì, proprio a te che NON stai leggendo questo post, anche se dovresti farlo.
Tu donna, che sei naturalmente bella, dotata da Madre Natura di un fisico creato appositamente per attrarre un uomo.
Tu, che in alcuni casi scegli di farti una cultura e di coltivare la tua sfera intellettiva, risultando seducente in un modo più profondo e raffinato.
Oppure tu, donna, che sei stata dotata di simpatia ed estrosità, e che ammali gli uomini col tuo sorriso e col tuo carisma.
Ma anche tu, donzella, che non sei dotata di nessuna delle caratteristiche precedenti, ma che sei comunque una donna fatta e finita, dotata di una propria femminilità.
Ebbene a tutte voi, oh gioiose creature del gentilsesso, voglio semplicemente e schiettamente chiedere:
ma come stracazzo vi vestite?
Da decenni esiste una varietà infinita di maglie aderenti, minigonne, body a balconcino, pantaloni spettacolari per far risaltare le vostre curve, tailleure, vestitini dal taglio sexy che hanno il potere di far voltare ogni uomo eterosessuale nel raggio di 15 Km, bellissime e seducenti scarpe che valorizzano il vostro piedino e che slanciano la vostra silhouette.
E in barba a tutto questo bendiddio che l'industria dell'abbigliamento e della calzatura vi offre, voi che fate?
Vi vestite con un ammasso informe di materia inorganica tessile comunemente detta merda!
Maglioni in lana di 2 taglie più grandi e spessi quanto una tuta anti-radiazioni usata dai sovietici a Chernobyl nel 1986, pantaloni a pinocchietto color grigio topo che stanno larghi sia sul sedere che sulle gambe, camicie dai colori improponibili e sformate che arrivano a coprirvi il sedere, jeans da rapper anni 90 tutti strappati e col risvoltino sotto le ginocchia, che si vergognerebbe ad indossare persino Vanilla Ice ad una festa tra amici ubriachi.
Senza dimenticare gli obrobri ancor peggiori come il poncho, la polo da marinaretto, o  la scarpetta da nobiluomo inglese di inizio '900.
E mi rifiuto tassativamente, per non ledere la mia dignità personale, di parlare del mocassino.
Ma la cosa peggiore di tutto questo scenario è la giustificazione che Voi date a questo scempio, a questo stupro quotidiano alla vostra femminilità.
Una volta interpellate sul perchè abbiate scelto quel poncho o quella scarpa sformata da reparto ortopedico, la vostra risposta più disarmante è: "perchè va di moda".
Ma Cristo di un Dio, ma che cazzo vuol dire?
Se per il 2018 D&G lanciasse una linea di camice di forza, noi uomini dovremmo vedervi andare in giro con gli spasmi e le bave alla bocca?
E se Armani proponesse come nuovo trend dell'estate gli scarponi da alpinista? Tutte in discoteca con le vesciche ai piedi a ballare tipo Big Foot?
No, non posso accettare questa risposta...ditemi piuttosto che avete trovato un' offerta alla LIDL e che per 4 euro e 99 avete comprato 5 camicie sformate, o che i pantaloni da clown appartenevano alla vostra prozia 90enne recentemente scomparsa, e vi dispiaceva buttarli perchè rappresentano un di lei ricordo.
In casi estremi potete anche dire che avete temporanemanete perso l'uso della vista, o che mentre vi vestivate è andata via la luce.
Ma no, non potete giustificare il vostro abbigliamento blasfemo perchè "va di moda", vi prego.
L'abbigliamento femminile deve impreziosirvi, aggraziando le vostre forme e valorizzando la vostra femminilità, non deve rappresentare una ricerca dell'assurdo nel mondo delle forme e dei colori.
Lasciate che gli stilisti vestano le proprie bamboline anoressiche con i sacchi della spazzatura e con i ferri da stiro ai piedi, ma vi prego, anzi Vi supplico, non continuate a violentare i nostri ormoni e la nostra mascolinità vestendovi da clown, perchè non fate ridere.
E se poi vi lamentate anche perchè non trovate un uomo...chiedetevi il perchè, eccheccazzo!!!